In una comunicato congiunto (datato 22 luglio 2013) le autorità italiane sono intervenute sull’utilizzo dei rating nelle scelte di investimento (Banca d’Italia in merito alla gestione del rischio, Consob per il processo decisionale e Covip per i processi operativi e procedurali). In particolare, i gestori italiani sono stati invitati a ridurre l’impatto del criterio del rating esterno e ad incrementare quello della valutazioni interne. Ma fino a quando queste scelte non saranno condivise a livello europeo il giudizio delle agenzie internazionali continuerà ad avere un ruolo importante nei destini dei debitori europei, in particolar modo bancari.
Le istituzioni creditizie possono ottenere nuova liquidità finanziandosi presso la BCE, portando a garanzia titoli di debito. Le regole di controllo del rischio stabilite dalla massima autorità monetaria europea prevedono che a questi titoli venga applicato un haircut, ossia una percentuale che vada a ridurre il valore di mercato consegnato a garanzia; tale percentuale varia a seconda dell’emittente e del livello di rating ( tabella 1 e 2).
Le agenzie di rating accreditate presso la Bce sono S&P, Moody’s, Fitch e la meno nominata DBRS, che però permette al debito dello stato italiano di rientrare ancora nella categoria AAA-A-. Infatti secondo i criteri di consegnabilità, basta almeno un rating di una di queste quattro agenzie per rientrare nello scaglione migliore. Nonostante l’agenzia canadese abbia abbassato a Marzo il suo giudizio al livello di A, questo è ancora superiore a quello delle altre agenzie, che di volta in volta, dal dicembre 2011, hanno ridotto il merito creditizio italiano verso i gradini più bassi. Un nuovo downgrade da parte di DBRS avrebbe un impatto significativo sull’ haircut applicato: un titolo decennale italiano dato a garanzia oggi ha una decurtazione di 5.5%, mentre nell’ipotesi che DBRS faccia scendere il debito italiano nello scaglione inferiore, tale percentuale raddoppierebbe, incidendo sulla liquidità ricevibile dalle istituzioni finanziarie che lo portano a garanzia. Il processo di revisione del rating ha però un orizzonte temporale di 12 mesi, ed è quindi giustificabile la mancata reazione dei mercati, ma è sempre più vitale per l’Italia presentarsi ai prossimi appuntamenti con strategie politiche ed economiche convincenti ed efficaci per evitare che ulteriori provvedimenti aggravino la già debole situazione, proprio nel momento in cui qualche segnale di miglioramento si sta avvertendo, non ultima la lettura preliminare del Pil, che registra una riduzione del ritmo di contrazione, portandosi al -2% annuale, dal precedente -2.4%.
Gli OICR Zenit di natura obbligazionaria, nel corso degli ultimi anni sono stati fortemente esposti al debito italiano (statale e bancario), uno dei principali contributori all’ottima performance del 2012, ma in ottica prospettica, ritenendo che i nodi sul sistema Italia ancora non possano dirsi risolti, si preferisce alleggerire l’esposizione complessiva, accompagnando le fasi di trend rialzista. Il peso dei titoli governativi italiani scende quindi in zona 20-25% mentre il debito bancario si mantiene in zona 20%, ma con il 60% dei titoli in scadenza entro agosto 2014. Un’esposizione più contenuta ci permetterà quindi di reagire prontamente ad un nuovo incremento di volatilità che potrebbe colpire il paese.