Btp, depositi bancari, immobili e partecipazioni nella propria azienda. Hanno costituito per decenni gli ingredienti prevalenti nei portafogli di molti clienti private. Le politiche monetarie ultra espansive e la conseguente fase di tassi d’interesse ai minimi impongono ora di rivedere le posizioni, per non rischiare squilibri e ritorni pressoché inesistenti. Il processo di ridimensionamento è già in corso con una riallocazione degli asset.
“In un contesto del tutto nuovo, con tassi vicino allo zero e rischio deflazione in Europa, occorre sicuramente evitare di mantenere l’approccio classico e dare maggior risalto alla conservazione del capitale che, in uno scenario del genere, in termini di potere d’acquisto, ha lo stesso valore di un rendimento del 2 o 3% di qualche anno fa” sostiene Stefano Fabiani, Responsabile Gestioni Patrimoniali di Zenit SGR.
Per l’esperto, in ogni caso ci sono opportunità che possono e devono essere sfruttate, a partire dall’investimento in azioni, soprattutto europee, che dovrebbero beneficiare sia degli indicatori macro in ripresa, sia del flusso di liquidità che si sposta su asset più rischiosi, fino alla diversificazione valutaria, per poter approfittare della debolezza dell’euro.