Nell’articolo pubblicato sul numero di giugno di Fondi&Sicav sono presenti i commenti di Stefano Fabiani, responsabile gestioni patrimoniali di Zenit SGR e di Francesca Cerminara responsabile bond e valute, relativi alle nuove misure della Bce emanate a giugno.
«Dopo un periodo di annunci che indicavano la volontà di agire per creare migliori condizioni per l’economia europea, sono arrivati finalmente i fatti. Le misure presentate volte a combattere la deflazione e a rimettere in moto il mercato del credito sono forti. La Bee è infatti la prima tra i grandi istituti centrali al mondo a tagliare i tassi di deposito sotto lo zero. A ciò si aggiunge un generoso programma di operazioni di rifinanziamento a lungo termine (litro) che permetteranno alle banche di prendere a prestito un totale di 400 miliardi di euro a un tasso dello 0,25% su scadenza quattro anni. Un programma che la Bee ha voluto condizionare affinché la liquidità possa davvero finire nelle vene dell’economia reale. Proprio per questo motivo gli istituti di credito che ad aprile 2016 non avranno aumentato i loro finanziamenti sopra il livello medio degli ultimi 12 mesi dovranno rimborsare il prestito anticipatamente. La Bee si è altresì dichiarata decisa a proseguire sui lavori preparatori a eventuali acquisti di Asset backed security. Concludendo la sua presentazione, Draghi ha tenuto a precisare che, se i rischi di deflazione dovessero persistere, nulla esclude di prendere in esame un vero e proprio quantitative easing, ovvero l’acquisto diretto da parte della Bee di titoli di varia natura. Sul mercato obbligazionario è ragionevole aspettarsi il proseguimento dei trend già in atto da inizio anno, con i paesi periferici che continueranno a ridurre lo spread rispetto al Bund. Difficilmente si parlerà di tassi in rialzo nel prossimo futuro, quindi il posizionamento resterà tendenzialmente risk-on, con effetti positivi anche sulla componente corpo rate e sulle emissioni bancarie».
Positivi sull’Italia
Dopo l’intervento della Bee, il nostro convincimento di un’onda lunga di investimenti e miglioramenti economici sull’Europa e soprattutto sulla periferia e l’Italia si rafforza ulteriormente. Un cammino graduale verso la ripresa che non sarà un percorso lineare e scevro da ostacoli, ma che da oggi perlomeno sembra avere scelto una giusta direzione con nuovi e saldi riferimenti. In particolare si continua vedere valore nel mercato azionario italiano su cui rimaniamo molto positivi in quanto ci troviamo dopo anni in un quadro politico che sembra più stabile che in passato con uno scenario macroeconomico in miglioramento e con valutazioni che riteniamo siano ancora compresse rispetto alla media storica (soprattutto in una fase di ripresa).
Una divisa meno forte
Sul mercato valutario dovremmo assistere a un indebolimento dell’euro: almeno questo è uno degli obiettivi non dichiarati, ma evidente, della Bee. Una moneta unica più debole, o meno forte (a seconda dei punti di vista) aiuterebbe a dare un impulso alla crescita europea e ad allontanare i timori di deflazione.