Il rally delle obbligazioni si è esaurito e ottenere rendimenti appetibile è ormai arduo. Tornare gradualmente sulle azioni, puntando sui titoli industriali e consumi discrezionali, può essere una strategia vincente per scommettere sulla ripresa.
Intervento a cura di Marco Bonifacio, Responsabile Ufficio studi di Zenit Sgr
“Dai minimi di quattro anni fa, i mercati azionari hanno compiuto molta strada. Ciononostante, continuiamo a essere cautamente ottimisti su questa classe di attività finanziarie. Tre sono le motivazioni che ci portano a questa conclusione: innanzitutto, iniziano a rivedersi alcuni segnali di consolidamento della ripresa mondiale; in alcune aree, tali segnali sono confinati a indici anticipatori, in altre sono già in parte riflessi nei dati congiunturali pubblicati periodicamente. In secondo luogo, la politica monetaria ultra-espansiva delle banche centrali offre un supporto ai prezzi delle azioni, mantenendo i tassi d’interesse a breve prossimi allo zero. Infine, negli ultimi anni enormi flussi di capitale si sono spostati dal mercato azionario a quello obbligazionario; riteniamo che in parte questo processo possa invertirsi nel prossimo futuro, offrendo un ulteriore sostegno alle Borse. A livello settoriale, privilegiamo in questo momento i comparti più legati al ciclo economico, come industriali e consumi discrezionali:storicamente questi titoli hanno brillato nelle fasi iniziali delle riprese economiche e non risultano particolarmente sopravvalutati da un punto di vista fondamentale. Nel caso dell’Italia, per esempio, questa preferenza ha portato all’investimento in alcuni titoli small cap, con forte vocazione internazionale, spesso leader nei rispettivi settori. Guardiamo con interesse anche i titoli finanziari: epicentro della crisi del 2007-2008, iniziano a beneficiare oggi delle ristrutturazioni di cui sono stati oggetto, soprattutto al di fuori dell’area euro. Non siamo invece particolarmente positivi sulle utility e sulle tlc, entrambi comparti caratterizzati negli ultimi anni da una bassa redditività. Devono ancora affrontare numerose sfide sui rispettivi modelli di business.”