“Gli italiani continuano a risparmiare nonostante la crisi abbia messo a dura prova la fiducia” Marco Rosati, A.D. Zenit
In Italia esiste un problema previdenziale significativo, che non può più essere ignorato. Complici l’invecchiamento della popolazione e le difficoltà di accesso al mercato del lavoro per i più giovani, il sistema pensionistico tradizionale rischia, infatti, di non essere più sufficiente a garantire ai futuri pensionati un tenore di vita anche solo simile a quello raggiunto negli ultimi anni dell’età lavorativa. Per questo motivo diventa sempre più urgente lo sviluppo di un efficace sistema di previdenza integrativa: per farlo, occorre da un lato ampliare la gamma di strumenti di investimento a lungo termine disponibili sul mercato, e dall’altro insistere ancora di più sull’educazione finanziaria,allo scopo di aumentare la consapevolezza dei risparmiatori italiani sul tema della previdenza.
D’altro canto non è un mistero che spesso le imprese fatichino a finanziarsi tramite il sistema bancario, di difficile accesso per molte aziende: questo pone gravi limiti alla crescita economica in Italia. Quindi, riuscire a convogliare il risparmio degli italiani – storicamente elevato – su investimenti di lungo periodo potrebbe portare a un duplice vantaggio – i classici “due piccioni con una fava”.
Proprio il risparmio pensionistico potrebbe, infatti, candidarsi come fonte alternativa di finanziamento per le imprese italiane, rendendole cosi meno dipendenti da un canale bancario che, messo con le spalle al muro da requisiti normativi sempre più stringenti, si trova costretto a erogare credilo con il contagocce.
Gli italiani sono tradizionalmente un popolo di risparmiatori – e lo rimangono, nonostante la crisi finanziaria abbia messo a dura prova la loro fiducia Il problema è che queste risorse non vanno a sostenere le imprese italiane, ma finiscono spesso all’estero o in Titoli di Stato; inoltre gli italiani tendono a investire cifre basse e su orizzonti temporali brevi, essendo tipicamente poco propensi al rischio. Servirebbero allora iniziative mirate ad attrarre una quota del risparmio pensionistico investendolo per sostenere l’imprenditoria Made in ltaly. Va detto che un incentivo potrebbe arrivare anche dalla politica. magari sotto forma di misure fiscali, per esempio con un’aliquota agevolata per gli investimenti di questo tipo. Qualcosa, bisogna riconoscerlo, si sta già muovendo in questa direzione a partire da dicembre 2015 per esempio, sono operativi i fondi di investimento europei a lungo termine (i cosiddetti Eltif – I’European long-term investment funds). Questi prodotti, messi a punto su impulso della Commissione Europea, sono stati pensati proprio con la logica dell’utilizzo del risparmio per finanziare la crescita economica: da un lato offrono agli investitori più pazienti un rendimento costante di lungo periodo, e dall’altro si propongono come fonte di finanziamento per le imprese. Un’altra iniziativa volta a destinare risorse finanziane per sostenere le piccole e medie imprese del Made in ltaly è costituta dai minibond, introdotti con il decreto Sviluppo a fine 2012.
Ma il traguardo è ancora lontano e per raggiungerlo servirà un lavoro di squadra che coinvolga certamente gli operatori del mondo del risparmio, ma che non lasci indifferente il mondo della politica.