Il sistema Italia è al palo. la crisi persiste e i clienti hanno paura di prendere il momento sbagliato a causa della volatilità dei mercati. Le buone occasioni tuttavia non mancano.
Dalla crisi Lehman, altre ne sono susseguite. Da quella del debito sovrano area euro nel 2010-2011 alla crisi greca, fino alla Brexit, che ha portato una nuova ondata di volatilità sui mercati. Con tutti questi shock e i relativi scossoni sui mercati, anche l’industria del risparmio gestito segue le curve dei monitor che gli esperti osservano quotidianamente: un inizio d’anno per i mercati azionari pessimo; una lieve stabilizzazione; poi giugno, il mese che ha visto la storica decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione europea, che per la prima volta, secondo Assogestioni, chiude in negativo. Nel complesso il primo semestre 2016 segna un incremento del patrimonio complessivo gestito di 5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e di quasi il 30% in due anni.
[…] Secondo Marco Rosati, amministratore delegato di Zenit SGR, i motivi sono molteplici. “Le cose fanno fatica a funzionare, fin dal pasticcio del sistema bancario. Il Paese è in grande agitazione e lo sarà almeno fino al referendum costituzionale. Poi c’è la Brexit. Speriamo solo sia una scossa che faccia capire all’Europa che adesso tocca ai leader politici scendere in campo”.
[…] In una situazione simile, però, almeno secondo Rosati l’industria dell’asset management ha cercato di rispondere bene: “abbiamo visto crescere l’interesse per la gestione flessibile, absolute return, abbiamo visto nascere tecniche di gestione sofisticate in stile hedge funds, eppure credo che il grosso bacino di raccolta adesso venga dal mondo istituzionale e non privato. E la sfida che prevedo per i prossimi due anni: meno retail e più istituzionale”. Tra l’arrivo della nuova direttiva MiFID, l’adeguatezza dei prodotti e un risparmiatore prudente, la vera sfida per il settore, secondo Maurizio Vitolo sta nel cambio di mentalità degli stessi operatori: “dobbiamo trovare il modo di spingere il risparmio privato verso l’economia reale”, dice ai presenti. Ma come farlo? “Con prodotti di sistema che incanalino le risorse verso investimenti produttivi. Gli investimenti in Italia ripartono solo grazie ai grandi fondi internazionali. Tuttavia forse è ora che anche il risparmio delle famiglie, che è il più grosso asset inutilizzato, trovi una mission: dobbiamo fare un salto generazionale nel nostro sistema di risparmio gestito”. Detto in soldoni creare strumenti che vanno a veicolare capitale privato verso grandi progetti. Un po’ come una versione in grande dei fondi minibond firmati da Zenit. “Il piccolo risparmiatore non può finanziare l’economia reale ma la nostra industria può veicolarla. Servono tuttavia anche degli incentivi fiscali”, aggiunge l’AD Marco Rosati.
[…] Se il cliente, retail o istituzionale che sia, sta al centro, bisogna anche saper prendersene cura. “Siamo società di piccole dimensioni, ma cerchiamo di fare il possibile per evidenziare le storture del sistema. Il nostro ruolo è quello di essere innovativi, fuori dal coro.”
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