Qui non si tratta di nutrire o meno un interesse per il mondo degli investimenti: affrontare il problema della pensione (e farlo oggi) significa occuparsi del proprio futuro ed è una questione che riguarda tutti i lavoratori, siano essi dipendenti, liberi professionisti o precari.
Non ci stancheremo di ripeterlo: rimanere passivi confidando nelle prestazioni dell’Inps – o comunque della pensione obbligatoria, il cosiddetto “primo pilastro” – non è più un’opzione. E non lo è perché il presupposto per un buon funzionamento del nostro sistema pensionistico tradizionale (INPS) è una dinamica demografica non più attuale.
L’Italia infatti invecchia inesorabilmente. E, con l’invecchiamento della popolazione e il calo dell’occcupazione giovanile, ci si muove a passo spedito verso una situazione in cui i contributi versati dai lavoratori non saranno più sufficienti a garantire ai (sempre più numerosi) pensionati un tenore di vita anche solo simile a quello dei loro ultimi anni di carriera. Occorre dunque agire in fretta, attivando una forma di previdenza integrativa. Non ne siete ancora convinti? Andiamo a vedere, nel concreto, qual è il percorso pensionistico tipico delle varie tipologie di lavoratori.
Partiamo dal caso di Alice, architetto di 30 anni.
Alice Bassini ha una laurea specialistica in architettura, conseguita al Politecnico di Milano nel 2011 con una tesi in progettazione urbana e riqualificazione territoriale. Alice è sempre stata una ragazza determinata ed è riuscita a laurearsi nei tempi previsti con il massimo dei voti, senza perdere neanche un semestre. Sull’onda dell’entusiasmo ha continuato a studiare duramente ed ha superato al primo colpo anche l’esame di Stato.
Una volta ottenuto il titolo, ha accettato un lavoro in un piccolo studio di architetti associati, sempre a Milano: si è iscritta all’Ordine, ha aperto una partita Iva e dal 2011 ha iniziato a versare i contributi obbligatori alla cassa previdenziale di categoria – che per gli architetti e gli ingegneri è Inarcassa. Oggi guadagna più o meno 30mila euro l’anno (lordi).
Quando potrà smettere di lavorare e a quanto ammonterà la sua pensione, ipotizzando che Alice abbia una carriera regolare, senza interruzioni, e che l’inflazione nel periodo in esame si attesti in media al 2% (che è l’obiettivo – oggi possiamo anche dire il sogno – della Banca Centrale Europea)?
I risultati della simulazione
In base alla simulazione – che abbiamo realizzato grazie al motore di calcolo Epheso – Alice inizierà a percepire la pensione nel 2052, all’età di 66 anni compiuti, dopo 41 anni di contribuzione. Il suo assegno previdenziale ammonterà a circa 22.800 euro l’anno, contro un reddito netto ante pensione stimato intorno ai 55mila euro annui: la perdita sarà di oltre 32mila euro da un anno all’altro, un bel cambiamento.
Il gap netto equivale più o meno al costo dell’organizzazione di un matrimonio con circa 200 invitati – o all’arredamento completo di un appartamento da 150 metri quadri. Forse converrebbe farci una riflessione. In base a questo calcolo, che tiene conto della variazione del potere d’acquisto, Alice avrà un tasso di sostituzione del 41,5%: cosa significa?
Il tasso (o rapporto) di sostituzione è un indice sintetico del calcolo previdenziale. È il rapporto tra la prima annualità completa di pensione (attesa) e il reddito annuo da lavoro subito prima di andare in pensione, a parità di potere d’acquisto. In sostanza il rapporto di sostituzione serve per valutare quanto la pensione sarà in grado di rimpiazzare la retribuzione da lavoro. Quindi, più è alto, più il tenore di vita da pensionato sarà simile a quello raggiunto alla fine dell’età lavorativa.
Per Alice dunque le cose non andranno benissimo, se non si deciderà ad attivare una forma di previdenza integrativa. L’idea della previdenza integrativa è semplice: mettere fieno in cascina. Cioè creare un cuscinetto di risparmi durante la vita lavorativa, investendolo nei mercati finanziari, utilizzando poi il capitale che ne deriverà per integrare il reddito pensionistico (purtroppo magro, nel caso di Alice).
Ma come sceglierla? Per questo vi rimandiamo a un post precedente, dove sono elencati tutti i pro e i contro di ogni soluzione disponibile.