I teenager non sembrano andare d’accordo con i temi finanziari: lo dice un’indagine OCSE sugli studenti che hanno appena terminato la scuola dell’obbligo. Gli italiani questa volta non sfigurano, piazzandosi a metà classifica. Ma sono ancora lontani da una consapevolezza finanziaria matura.
Nella vita di uno studente che termina la scuola dell’obbligo, a circa 15 anni, si presentano una serie di situazioni per cui l’ambito finanziario inizia a comparire nel quotidiano: le prime uscite con gli amici, le ricariche mensili del cellulare, lo shopping e la gestione della paghetta, per chi la riceve. Iniziare ad approcciarsi alla materia finanziaria e alla gestione del proprio denaro è importante sin da questa età, visto che in pochi anni questi adolescenti saranno pronti ad entrare nel mondo lavorativo dovendo fare I conti con tutte le spese che la vita adulta comporta.
Proprio al fine di testare il livello di educazione finanziaria degli studenti e di metterli alla prova, l’OCSE ha ideato il Programme for International Student Assessment, noto più semplicemente come PISA. Il test è stato somministrato agli studenti di 15 Paesi e, purtroppo, il risultato dato dall’edizione 2015 non è confortante.
Il test OCSE
I partecipanti a questa indagine OCSE sono stati 48.000 teenager, rappresentanti circa 12 milioni di studenti, provenienti da 15 Paesi, di cui 10 sono membri dell’OCSE. Il test si presentava con domande sia a risposta aperta che multipla e l’ambito indagato era quello delle situazioni di vita reale in cui ci si imbatte con questioni e scelte di tipo finanziario ed economico. Il livello era diversficato, dalle domande più semplici si passava a quelle un pò più complesse: conti correnti, tassi di interesse, carte di credito.
Il risultato? Circa il 25% dei partecipanti al test non è in grado di prendere anche una semplice decisione in materia di spesa finanziaria, mentre solo uno studente su 10 ha dimestichezza con tematiche più complesse, come la tassazione del reddito.
Tuttavia, il test OCSE non riguardava solo la materia economica e finanziaria, ma molti altri aspetti che ruotano attorno il mondo dell’istruzione e degli studenti. E’ emerso, infatti, che in Italia gli studenti sono i più stressati, a causa delle lunghe ore passate davanti ai dispositivi digitali e sul web; inoltre, il sistema scolastico italiano continua ad avere studenti più impreparati, in generale, rispetto a quelli degli altri Paesi. Da segnalare, però, una nota positiva: gli italiani sono i più soddisfatti e felici della scuola, malgrado abbiano ancora molto “da imparare”.
Il quadro italiano
L’Italia, che sappiamo non essere particolarmente forte in ambito di educazione finanziaria, purtroppo non fa eccezione anche questa volta, tuttavia recupera alcune posizioni rispetto alle indagini passate. Gli studenti italiani, infatti, conquistano la metà classifica con un punteggio di 483 (meglio di Spagna e Stati Uniti che rispettivamente totalizzano 469 e 487 punti). Nella rilevazione precedente l’Italia aveva raggiunto i 466 punti, per cui può comunque vantare un certo progresso.
Circa il 20% degli studenti si posiziona sotto il livello di riferimento in tema di competenze finanziare di base, ovvero al di sotto del livello 2: nel migliore dei casi sanno riconoscere una fattura e identificare termini finanziari di uso comune, oltre che distinguere le necessità dai desideri. Invece, solo il 6% riesce ha raggiungere il livello 5, il più alto nel test PISA, rispetto alla media del 12% degli altri Paesi.
E i più preparati? Gli studenti che si posizionano al podio per la conoscenza finanziaria sono i cinesi (566) e i belgi (541).
Teoria vs pratica
Facendo i conti con la vita reale, in Italia gli studenti titolari di un conto corrente sono ben pochi: circa il 35% di loro ne possiede uno, mentre la media negli altri Paesi è del 56%. Meglio per le carte prepagate, usate per acquistare online: ne è in possesso circa il 37%.
Ma come usano i loro risparmi i teenager italiani? In media i ragazzi italiani si rivelano interessati e propensi a mettere da parte qualcosa: circa il 43% degli studenti afferma di risparmiare ogni settimana oppure ogni mese, il 21% risparmia solo quando dispone di denaro da mettere da parte e il 27% solo quando desidera acquistare qualcosa. Solamente un esiguo 5% ha ammesso di non risparmiare affatto.
Come migliorare?
L’indagine è stata anche lo spunto per avanzare alcuni consigli che permetterebbero ai giovani italiani di incrementare la loro (ancora scarsa) “financial literacy”.
Pe prima cosa, sarebbe opportuno fornire delle lezioni educative in primis agli studenti a cui mancano le nozioni di base, rivolgendosi anche alle famiglie che mantengono un ruolo educatore nella vita dei teenager. Un argomento importante è anche quello delle disuguaglianze sociali ed economiche che vanno affrontate, facendo si che una parità di opportunità di apprendimento venga sempre garantita.
Per fronteggiare la carente educazione finanziaria italiana, inoltre, a marzo 2017 è stato approvato il decreto “Salva Risparmio”, che prevede l’organizzazione di un piano nazionale di educazione finanziaria. I buoni propositi non mancano, la speranza è di vederli realizzati.