Azionari: I migliori fondi con focus sul listino milanese hanno reso più del 40%. E il contesto resta ancora positivo.
Dopo gli effimeri rialzi del 2015 e un 2016 da brividi, l’anno che si sta avviando a conclusione si annuncia come quello della svolta per il mercato azionario di Piazza Affari. Tutti gli indici italiani si stanno avviando a chiudere il 2017 con un rialzo a due cifre: ad oggi i risultati sono un +16,5% per le blue chips del Ftse Mib, +18,3% per il Ftse All-Share e un incredibile +36% per lo Star. Perfino il mercato di sviluppo AimItalia si sta avviando a festeggiare il primo anno positivo dal 2013, con un +23,7%.
Secondo i gestori dei migliori fondi azionari italiani del 2017, censiti da Fida per MFMilano Finanza, la ragione fondamentale di questa prestazione non è una semplice euforia del mercato, ma va cercata della positiva congiuntura macroeconomica. […]
Un percorso di ripresa che si è fatto zoppicante nell’ultimo trimestre, ma a cui è subentrata la prestazione vigorosa degli energetici, grazie al recupero dei prezzi delle commodities.
Il focus settoriale non è però l’unica chiave di successo. «Nel nostro caso la performance è il risultato di una selezione attenta di singoli titoli lungo tutto l’indice, piuttosto che di una scommessa su un particolare settore», ha spiegato Stefano Fabiani, responsabile dell’Azionario e della gestione patrimoniale di Zenit Sgr, il cui fondo Pianeta Italia è stato tra i migliori del comparti, nel 2017.
Il manager spiega come buona parte dei risultati nel 2017 «sono arrivati dall’esposizione a molte società del segmento mid cap, eccellenze industriali o tecnologiche in cui credevamo da tempo, sullo Star ma anche sull’Aim». Le società a media capitalizzazione sono infatti state le regine alla Borsa di Milano durante quest’anno, grazie anche al grande afflusso di liquidità portato dai Pir, i Piani individuali di risparmio esentasse.
«La liquidità portata dai Pir ha permesso di chiudere il gap che separava le nostre mid cap dalle loro omologhe europee», ha detto Fabiani, «si è creato qualche squilibrio ma ora le valutazioni sono più equi librate. È un processo che ha portato buone prestazioni sia a eccellenze consolidate come Technogym sia ad aziende che hanno portato a termine progetti di ristrutturazione, come Sogefi o Carraro». […]
Ma cosa rimane da aspettarsi dal 2018? Ad un 2015 di euforia è seguito un anno a dir poco disastroso, ma i solidi fondamentali di crescita sembrano permettere maggiore ottimismo. […]
Un discorso diverso è invece quello sul comparto bancario, che secondo Fabiani nei primi mesi del 2018 vedrà il suo momento chiave: «L’applicazione dei nuovi principi contabili IFRS-9 e, si spera, i chiarimenti sulle nuove regole dell’Ssm (Single supervi sory mechanism) sugli Npl (non performing loan) possono essere un momento di svolta. Restando in ambito finanziario siamo più ottimisti sul settore assicurativo, dove le valutazioni di molte società sono ancora attraenti».
La politica e in particolare le elezioni del prossimo marzo restano anch’essi temi spinosi, che potrebbero fornire volatilità. […]
La politica preoccupa meno Fabiani, secondo cui «salvo sorprese dall’urna, i mercati ormai prezzano un esito che porti ad un governo di minoranza o di scopo. Non è da escludere un aumento della volatilità ma», conclude il gestore «il rischio può arrivare all’esaurimento del Qe. Una liquidità meno abbondante renderà ancora più indispensabile una crescita degli utili per sostenere i rialzi azionari. Restiamo positivi sul 2018, ma una performance a due cifre per tutti gli indici è un obiettivo difficile».