È stato approvato all’unanimità da tutte le forze politiche l’emendamento al decreto fiscale che modifica l’attuale normativa in materia di Piani Individuali di Risparmio, riportando i vincoli sulla composizione degli investimenti a quelli che sostanzialmente erano in vigore fino al 31 dicembre 2018 , vista l’impossibilità pratica di soddisfare le richieste di investimento del decreto in vigore nel 2019, che ha di fatto bloccato il mercato.
Queste le novità introdotte dal testo di legge allo studio in Parlamento:
-il 70% del valore complessivo del portafoglio può essere investito anche indirettamente in strumenti finanziari emessi da imprese italiane od europee ma con stabile organizzazione in Italia. Ciò consente di investire anche per il tramite di fondi
-di questo 70%, almeno il 25% deve essere investito in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati e un ulteriore 5% deve essere investito in aziende non facenti parte, oltre che del FTSE MIB e simili, nemmeno del FTSE MIB CAP.
Tutto ciò al fine di destinare più risorse possibili alle PMI italiane che rappresentano le eccellenze del nostro tessuto economico.
Le nuove disposizioni dovrebbero spianare la strada verso la ripresa delle sottoscrizioni dei PIR. Tra l’altro, alcuni di questi prodotti, come i PIR Zenit Pianeta Italia e Zenit Obbligazionario di Zenit SGR, di fatto già hanno un portafoglio titoli in linea con le modifiche introdotte.
Il condizionale però è d’obbligo perché il nuovo testo deve ancora essere discusso da Camera e Senato, ma la speranza è che non subisca troppi cambiamenti.