Settimana ancora negativa per i mercati finanziari e in particolare per le borse asiatiche, mentre il dollaro è salito contro l’euro dopo la riunione della Federal Reserve nella quale la banca centrale USA ha lasciato intendere di essere pronta a rialzare i tassi d’interesse per contrastare l’inflazione.
Secondo la maggioranza degli analisti, già nella seduta di marzo il comitato di politica monetaria incrementerà i tassi di almeno lo 0,25%, mossa che potrebbe essere ripetuta nelle successive riunioni fino ad arrivare a fine anno con un livello del costo del denaro superiore di oltre un punto percentuale a quello attuale.
Sul fronte congiunturale, positivo il dato del quarto trimestre del PIL USA, in crescita di quasi il 7% e buoni gli indici PMI dell’area euro, che rimangono in zona espansiva oltre i 50 punti; tuttavia, nel corso della settimana il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita economica per il 2022 sottolineando le debolezze presenti negli Stati Uniti e in Cina e il rischio che il rialzo degli indici dei prezzi abbia ricadute su produzione e consumi.
Per quanto riguarda il rischio geopolitico, rimane alta la tensione al confine russo-ucraino, nonostante Mosca abbia smentito di progettare un’invasione del territorio di Kiev; intanto Stati Uniti e Unione Europea si dicono pronti a porre in essere sanzioni economiche nei confronti della Russia nel caso di un intervento armato ai danni dell’Ucraina.
La settimana che inizia si preannuncia ricca di avvenimenti e dati. La riunione di politica monetaria della Bank of England potrebbe portare a un rialzo dei tassi sulla sterlina di un quarto di punto, mentre la Banca Centrale Europea manterrà presumibilmente invariati i tassi sull’euro per tutto il 2022.
Per quanto riguarda gli utili aziendali, verranno pubblicati nei prossimi giorni i risultati di alcuni dei nomi più noti e di maggior rilievo delle borse mondiali, nel settore tecnologico (Alphabet, Amazon, Nintendo), in quello finanziario (BBVA, Banco Santander, ING, Intesa SanPaolo, UBS), nel comparto dell’energia (Exxon Mobil, Royal Dutch Shell), in quello dell’auto (Ferrari, Ford, General Motors), nel settore farmaceutico (Eli Lilly, Merck, Roche, Sanofi) e negli altri comparti (Enel, Sony, Spotify).
Sul piano congiunturale, infine, attesi per la pubblicazione gli indici PMI della Cina e di altri paesi e gli indici ISM statunitensi, il PIL italiano e dell’area euro, l’indice dei prezzi al consumo nell’eurozona e nei principali paesi dell’area, la produzione industriale in Giappone, la disoccupazione europea e il rapporto mensile sul mercato del lavoro negli Stati Uniti.