Chi investe nei PIR, i Piani Individuali di Risparmio che hanno incontrato il favore di numerosi risparmiatori italiani, fa una scommessa di medio-lungo termine sul nostro paese, la sua economia e, in particolare, il segmento delle piccole e medie imprese (PMI). Vale la pena, quindi, effettuare una breve analisi della situazione congiunturale e delle prospettive economiche dell’Italia.
PIL Italia, dati trimestrali concatenati a prezzi costanti, destagionalizzati e corretti per i giorni di calendario — Fonte: ISTAT
Indice della produzione industriale in Italia e nella zona euro — Fonte: OCSE
Tasso di disoccupazione in Italia e nella zona euro — Fonte: Eurostat
Innanzitutto, va sottolineato che il triennio 2015–2017 ha visto finalmente innescarsi una ripresa dell’economia lungamente attesa, dopo la crisi finanziaria del 2008 e la crisi dell’euro del 2012. Il confronto con gli altri paesi dell’area euro mostra tuttavia una maggiore difficoltà di recupero dei livelli pre-crisi: l’indice della produzione industriale è ancora circa 15 punti al di sotto dei valori del 2000, mentre il tasso di disoccupazione è ancora di due punti più alto della media dei partner europei.
Fonte: OECD Economic Oulook, volume 2017, issue 2, page 178 — Preliminary version
Fonte: OECD Economic Oulook, volume 2017, issue 2, page 180 — Preliminary version
Il rapporto Economic Outlook di novembre 2017 edito dall’OCSE, nella sezione dedicata all’Italia, evidenzia gli aspetti maggiormente positivi della crescita dell’ultimo triennio, sottolineando la progressiva chiusura dell’output gap, il differenziale tra il PIL reale e il PIL potenziale del paese, il ritorno alla crescita degli investimenti e della produzione di beni capitali, l’arresto della crescita del debito pubblico e la tenuta del deficit, la discesa dei crediti bancari deteriorati e il ritorno ad una crescita dei prestiti verso le imprese.
Fonte: Rapporto CERVED PMI 2017, pagina 22
Fonte: Rapporto CERVED PMI 2017, pagina 92
Nel più specifico segmento delle piccole e medie imprese, CERVED, società specializzata nell’analisi finanziaria delle PMI, evidenzia nel suo Rapporto 2017 che i risultati economici riportati nei bilanci sono in via di consolidamento e che le prospettive per il prossimo triennio rimangono positive sia per quanto riguarda la crescita del fatturato, sia per quanto riguarda la variazione del margine operativo e della redditività del capitale proprio. A livello di struttura finanziaria, sono aumentate secondo CERVED le società dal profilo “solvibile” e si sono ridotte quelle “vulnerabili” e quelle “a rischio”, mentre sul merito creditizio nel 2017 per il terzo anno consecutivo le variazioni positive di rating hanno superato quelle negative e il tasso di ingresso in sofferenza dei crediti verso le PMI è previsto in calo fino al 2019.
In conclusione, la ripresa registrata negli ultimi tre anni ha creato uno scenario economico meno sfavorevole per le imprese italiane, piccole o grandi che siano. I punti di attenzione sui quali esercitare un attento controllo per il prossimo futuro sono messi bene in evidenza dall’analisi dell’OCSE: debito e deficit pubblico, investimenti, prestiti alle imprese e livello di deterioramento del credito. Oltre a ciò vi è la necessità di portare a compimento le riforme strutturali necessarie per migliorare ulteriormente la competitività del paese e attrarre gli investimenti esteri: pressione fiscale, giustizia, sburocratizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione, semplificazione normativa, lavoro, istruzione e formazione. Da questo punto di vista, le elezioni politiche del 2018 costituiranno un importante banco di prova per verificare la direzione che si intende dare all’Italia.
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