I rischi legati al clima che cambia
Il cambiamento climatico – e tutto ciò che gli ruota intorno – è uno dei grandi trend globali che ci accompagna da decenni e che pare destinato a far parlare di sé per molti anni a venire. Le conseguenze di un eccessivo riscaldamento globale – provocato in larga parte dall’utilizzo di combustibili fossili – avrà infatti una serie di conseguenze devastanti sul nostro pianeta: non solo alzerà il livello dei mari, ma porterà con sé un caldo insopportabile e problemi all’agricoltura, con una conseguente scarsità di cibo. Il Global Risks report presentato al World Economic Forum del 2014 quantifica l’impatto del rischio climatico al pari di quello di una crisi energetica e al di sopra di un cyber attack o di una bolla finanziaria.
Non si tratta dunque di un problema di poco conto. Il tema è tornato prepotentemente alla ribalta alla fine del 2015 in seguito all’accordo siglato a Parigi dalla 21 esima Conferenza delle Parti (Cop21) dell’Onu, che ha riportato l’attenzione sulla necessità di convertire l’economia globale all’utilizzo delle energie pulite. L’accordo prevede che i Paesi si impegnino a mantenere l’aumento della temperatura globale entro il limite di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.
Il mondo si impegna a sostegno dell’ambiente
L’Europa, promotrice dell’accordo, promette entro il 2030 di ridurre le emissioni di Co2 del 40% rispetto al 1990, grazie anche a una serie di interventi legislativi vincolanti, mentre gli Stati Uniti puntano a tagliare le emissioni del 26% rispetto ai livelli del 2005 (ma bisognerà vedere quali saranno le prossime mosse del neo presidente Trump, decisamente poco sensibile alle problematiche ambientali). Anche i paesi emergenti si sono impegnati a promuovere una crescita a minore impatto ambientale, pur in un contesto d’incremento delle emissioni dovuto alla crescita economica.
Tutte queste promesse dovranno necessariamente tradursi in investimenti a sostegno dell’ambiente e delle energie pulite: l’International Energy Agency ha stimato la spesa globale, di qui al 2030, in oltre 16.500 miliardi di dollari, una cifra che potrebbe salire ancora se consideriamo le implicazioni in termini di crescita minore.
Si aprono nuove opportunità di investimento
Il settore dunque è in pieno fermento e il fatto non è passato inosservato nel mondo degli investimenti, tanto che le energie pulite sono entrate di diritto nel novero dei “megatrend” da monitorare attentamente.
Certo, la strada da fare è ancora parecchia: quasi 150 anni dopo la loro invenzione, celle fotovoltaiche e turbine eoliche generano ancora soltanto il 7% dell’elettricità mondiale. Ma qualcosa sta finalmente cambiando.
Se solo dieci anni fa queste due fonti di energia rinnovabile avevano un ruolo decisamente marginale, ora stanno guadagnando rapidamente importanza, mentre l’abbassamento dei costi le sta rendendo competitive rispetto al combustibile fossile: secondo il colosso petrolifero BP, nei prossimi 20 anni potrebbero contribuire a metà della crescita dell’offerta energetica globale, scrive l’Economist. Ma prima saranno necessari enormi investimenti volti a sostituire i vecchi impianti inquinanti e rinnovare i cavi e i piloni che portano l’elettricità ai consumatori finali.
La transizione potrebbe essere più complicata del previsto: il problema, secondo l’Economist, è che negli ultimi anni i governi hanno supportato le energie rinnovabili tentando di imporle a un mercato disegnato in un’altra era. Serve dunque un nuovo approccio alle energie rinnovabili e la soluzione, scrive ancora l’Economist, potrebbe arrivare dall’implementazione delle nuove tecnologie – guarda caso un altro megatend.
Le sfide da affrontare prima che le rinnovabili guadagnino una posizione di forza sono ancora molte, ma il sentiero è tracciato: il mondo è chiamato necessariamente a ridurre le emissioni inquinanti e deve farlo per la sua stessa sopravvivenza. Per questo le energie pulite sono un cambiamento secolare che – combinato allo sviluppo tecnologico – porta con sé enormi opportunità di investimento.
Zenit ha deciso di puntare su questo trend inserendo nel portafoglio del fondo Pensaci Oggi l’ISHARES S&P GL CLEAN ENERGY, un etf dedicato proprio al settore della clean energy, che sta già dando buone soddisfazioni: la performance da inizio 2017 segna un +8,55%.