“In un mondo come oggi i tassi a zero, o sotto zero, possono essere vantaggiosi.“ È la “provocazione” lanciata da Francesca Cerminara, responsabile bond e valute di Zenit Sgr, che fa notare come siano molti gli istituzionali che oggi investono in titoli con rendimenti negativi: «È un ottimo passo per chi vuole uscire dagli asset rischiosi. Un’alternativa evoluta da un punto di vista fiscale. Si chiudono le posizioni in attivo e le minusvalenze da rendimenti negativi si portano in detrazione».
Per l’investitore retail che vuol mettere a reddito la liquidità in giacenza sul conto corrente, invece, il discorso cambia. «Il mercato non offre alternative – puntualizza Cerminara -, se non assumendosi del rischio». E lo si può fare in maniera “controllata”, affidandosi cioè ai professionisti della gestione, quindi investendo in fondi comuni o Etf. «Esistono fondi che offrono un buon rendimento e che sono gestiti con una volatilità controllata», fa notare ancora l’esperto di Zenit Sgr. Un ottimo compromesso tra rischio e rendimento. «Ma non si può certo parlare di gestione della liquidità, che in questo contesto storico non può esistere, anche perché combattuta da tutte le autorità monetarie continua Cerminara -. Parliamo di investimenti veri e propri, sebbene a bassa volatilità e rischio contenuto; di fondi che hanno come strategia la gestione del rischio o del mercato.
Non si comprano titoli governativi a breve termine, ma si intrecciano posizioni lunghe sul mercato azionario (si comprano azioni, ndr) con posizioni a copertura sui derivati, come i future; o ancora, si mettono in piedi strategie di tipo market neutral, con l’obiettivo di estrarre “alfa” dal mercato. E i rendimenti medi annui possono oscillare tra il2% e il5%».
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