Settimana negativa per i mercati azionari, sui quali le prese di profitto sembrano dettate più dalla volontà di realizzare le plusvalenze guadagnate che da reali motivazioni e timori.
Anche se questi ultimi non mancano: la rilevazione dell’ennesima variante del coronavirus, individuata in Sudafrica, ha dato l’abbrivio alla discesa, ma anche i dati di inflazione negli Stati Uniti, che mostrano una variazione annua dell’indice dei prezzi superiore al 6%, evidenziano il surriscaldamento dell’economia globale, con una domanda in ripresa che l’offerta fatica a soddisfare, tra colli di bottiglia logistici, carenze di beni e materie prime costose.
Il rilascio delle minute dell’ultima seduta di politica monetaria della Federal Reserve ha rivelato che la banca centrale americana si prepara a discutere già a dicembre dell’accelerazione del tapering, la riduzione degli acquisti sul mercato di titoli obbligazionari.
Nel frattempo è giunta la riconferma di Powell alla guida della stessa Federal Reserve, ora soggetta alla ratifica da parte del Senato e della Camera dei Rappresentanti. Sempre dagli Stati Uniti giunge la notizia di un accordo con altri paesi industrializzati per immettere sul mercato parte delle riserve nazionali di petrolio, in un tentativo di raffreddare il costo del greggio dopo il fallimento dei tentativi da parte dell’OPEC+.
In Europa, invece, accordo tra Italia e Francia su politica estera, difesa e politica economica, oltre ai temi sensibili del controllo dell’immigrazione e del disegno della politica europea. In Italia, infine, reso noto il piano del governo per una rimodulazione delle imposte, che include la revisione di aliquote, scaglioni e detrazioni IRPEF e un taglio dell’IRAP. Va pian piano esaurendosi il calendario di pubblicazione degli utili trimestrali delle aziende, che, nella settimana entrante, include, fra i nomi di rilievo, le principali banche canadesi (National Bank of Canada, Royal Bank of Canada, Toronto-Dominion Bank, tra le altre).
Sul piano congiunturale, invece, si attendono i dati di inflazione dell’area euro, di Italia, Francia e Germania, il PIL italiano, gli indici PMI in Cina, in Germania, in Francia, nell’area euro, gli indici ISM negli Stati Uniti, la produzione industriale francese e gli ordini di beni durevoli USA.