Ancora una settimana complessivamente negativa sui mercati finanziari, con ribassi delle borse che hanno colpito soprattutto i mercati emergenti e rialzi dei tassi che hanno portato alcuni rendimenti decennali a superare dei livelli psicologicamente importanti: è il caso del Bund tedesco tornato sopra l’1%, del Treasury statunitense che ha raggiunto il 3% e anche del nostro BTP che ha toccato la stessa soglia del 3%.
Sul piano economico, la Federal Reserve ha rialzato i tassi di mezzo punto percentuale, come era largamente atteso, ma ha cercato nel contempo di tranquillizzare i mercati escludendo rialzi più consistenti nelle successive riunioni.
Alla banca centrale USA si è accodata la Bank of England che ha anch’essa alzato i tassi d’interesse, sottolineando il crescente rischio di un rallentamento dell’economia britannica.
Proprio i timori di recessione sono il nuovo fattore che ha contribuito a spingere al ribasso i mercati, insieme al rischio dell’inflazione e alla situazione geopolitica: in settimana Rogoff, ex-capo economista del Fondo Monetario Internazionale, ha paventato la possibilità di una “tempesta perfetta” recessiva, data dal contemporaneo rallentamento dell’Europa, a causa della guerra, degli Stati Uniti, per effetto di una politica monetaria che potrebbe rivelarsi eccessivamente restrittiva, e della Cina, per via dei severi lockdown intrapresi per frenare la pandemia.
In chiusura di settimana, i dati provenienti dal mercato del lavoro USA hanno alimentato ulteriori timori inflazionistici, con un tasso di partecipazione in calo e un iniziale aumento dei salari che potrebbero alimentare una spirale in uno scenario in cui l’offerta di lavoro sembra essere più debole della domanda.
Nella settimana che inizia, l’evento di maggior rilievo sarà probabilmente geopolitico: la celebrazione del giorno della vittoria in Russia, nel quale gli analisti si attendono che Putin parli anche della situazione in Ucraina e dei possibili esiti del conflitto.
Nel frattempo, i prossimi giorni potrebbero svelare se Svezia e Finlandia intendano aderire alla NATO, evento che potrebbe avere un riflesso nei rapporti con la Russia, in particolare per Helsinki.
In merito agli utili trimestrali, invece, la settimana sarà caratterizzata dagli annunci delle aziende tedesche (Allianz, Bayer, Deutsche Telekom, Infineon, Porsche, RWE, Siemens, tra le altre) e giapponesi (Honda, Mitsubishi, Nintendo, Softbank, Sony, Sumitomo, Toyota), con Telefonica e Walt Disney tra le società di maggior rilievo non appartenenti a questi due paesi.
Infine, sul piano macroeconomico, grande attesa per gli indici dei prezzi al consumo USA e per quelli della Cina, della Francia e della Germania, oltre ai prezzi alla produzione statunitensi, il PIL britannico, la produzione industriale nel Regno Unito, in Italia e nella zona euro, l’indice di fiducia dei consumatori USA redatto dall’Università del Michigan e il sondaggio ZEW sullo stato dell’economia tedesca.
Sui portafogli gestiti, nel corso della settimana abbiamo effettuato un significativo investimento nelle obbligazioni Saipem con scadenza 2023 e 2026 a dei rendimenti straordinari, rispettivamente sopra al 5% per la 2023 e tra il 7 e 8% per la 2026, approfittando della forte discesa delle quotazioni e disponendo di una elevata liquidità. Sulla componente azionaria abbiamo approfittato della debolezza di alcuni singoli titoli per incrementare leggermente le posizioni e ridurre il sottopeso complessivo.