La settimana si è conclusa con un rimbalzo dei mercati azionari europei – ma con Wall Street ancora negativa – il dollaro stabile, i tassi in rialzo e una frenata delle commodities.
Nonostante le notizie tragiche da un punto di vista umanitario che giungono dall’Ucraina, sembra che qualche spiraglio si sia aperto sul piano negoziale e su questo hanno fatto leva i mercati scommettendo su un miglioramento dello scenario in tempi relativamente brevi.
Tuttavia proseguono gli impatti del conflitto sull’economia mondiale: il ritracciamento dei prezzi delle materie prime ha comunque lasciato i costi di energia e di alcuni prodotti alimentari a livelli ben superiori a quelli di alcune settimane fa, mentre proseguono le batterie di sanzioni inflitte alla Russia, con gli Stati Uniti che hanno deciso il blocco delle importazioni di petrolio, gas e carbone, misura su cui i paesi europei, con l’eccezione della Gran Bretagna, sono più titubanti, dato il peso dell’import russo sul mix energetico continentale.
Al di fuori degli eventi bellici, la notizia di maggior risonanza è stata la decisione della Banca Centrale Europea di accelerare la riduzione degli acquisti netti di titoli sul mercato secondario, scelta che rende la politica monetaria europea meno espansiva e che potrebbe preludere a un ciclo rialzista dei tassi già verso la fine del 2022 o all’inizio del 2023.
Anche il dato di crescita dei prezzi al consumo negli Stati Uniti ha avuto larga eco: con una variazione tendenziale annua che ha sfiorato l’8% l’inflazione USA ha toccato nuovi massimi non più raggiunti dagli inizi degli anni Ottanta.
Di nuovo l’Ucraina al centro della scena nella settimana che inizia, con particolare attenzione agli sforzi diplomatici per arrivare a un cessate il fuoco tra le parti.
Inoltre, settimana dedicata alle banche centrali: dopo la riunione della BCE, sarà la volta della Federal Reserve che dovrebbe aumentare i tassi di riferimento sul dollaro. Gli analisti propendono per un incremento dello 0.25% anche se prima dello scoppio della guerra l’orientamento era a favore di un rialzo più consistente.
Anche in Gran Bretagna la Bank of England dovrebbe aumentare i tassi almeno dello 0.25%, con i mercati monetari che prezzano un rialzo di un punto percentuale per metà anno.
Ultime code di risultati trimestrali: in settimana attesi i dati di Generali, di E.On e di Enel, di FedEx e di Volkswagen e BMW.
Sul fronte macroeconomico verranno pubblicati invece i prezzi alla produzione negli Stati Uniti, le produzioni industriali di Cina, area euro, USA e Giappone, le vendite al dettaglio statunitensi e cinesi, l’indice dei prezzi al consumo in Italia e nell’eurozona.