Settimana negativa sui mercati azionari, stretti tra venti di guerra e timori inflazionistici, con un dollaro in rafforzamento, materie prime in calo e tassi eterogenei.
La tensione tra Russia e Ucraina sembrava essersi allentata con l’annuncio da parte di Mosca del ritiro di parte delle truppe ammassate al confine ucraino, ma è tornata a crescere sul finire del periodo con soluzioni diplomatiche che stentano a decollare e i timori che la Russia non abbia in realtà dato seguito agli annunci.
Gli Stati Uniti continuano a ritenere imminente un attacco da parte di Mosca, mentre l’Unione Europea prosegue le iniziative diplomatiche ma si interroga anche sulla necessità di rafforzare la difesa comune a fronte dell’atteggiamento bellicoso russo.
Sul versante macroeconomico, l’inflazione continua a preoccupare: in settimana se n’è occupato il bollettino economico della Banca Centrale Europea, che ha sottolineato la persistenza del fenomeno, e la riunione dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali dei paesi del G-20, che ha invece evidenziato i pericoli per la ripresa della crescita mondiale.
Anche dalle minute del FOMC, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, è emersa l’intenzione di procedere ai rialzi dei tassi sulla curva del dollaro ad un passo più accelerato di quanto ipotizzato in precedenza. Peraltro, la minaccia dell’inflazione sembra non aver ancora colpito alcuni paesi, come Giappone e Cina, dove gli ultimi dati hanno rivelato una crescita dell’indice dei prezzi vicina allo zero e comunque inferiore all’1%.
Tra le altre notizie pubblicate in settimana, l’allarme del Financial Stability Board sulle criptovalute, che vengono considerate in un rapporto dell’ente una minaccia alla stabilità finanziaria globale.
Nella settimana che inizia, si attendono i risultati trimestrali di varie società, tra le quali la cinese Alibaba, Anheuser Bush e Danone nel settore alimentare, Deutsche Telekom e Telefonica per quanto riguarda le comunicazioni, BASF e Petrobras nei settori della chimica e dell’energia, Iberdrola tra le utilities, EBay e Dell nel comparto di tecnologia e internet, Royal Bank of Canada nel settore finanziario.
Sul piano congiunturale, invece, attesi in settimana gli indici PMI Markit dell’area euro, di Francia e Germania, i numeri del PIL degli stessi paesi europei e degli Stati Uniti, l’indice dei prezzi al consumo dell’eurozona, l’indice IFO sullo stato dell’economia tedesca vista dagli industriali e l’indice di fiducia dei consumatori statunitensi redatto dall’Università del Michigan.