Il precipitare degli eventi in Ucraina, con l’invasione del paese da parte delle truppe russe, ha dominato la settimana sui mercati finanziari, determinando la discesa delle borse, il crollo del rublo e la caduta delle valute dell’est Europa, oltre a un forte rialzo del prezzo del petrolio e soprattutto del gas naturale.
La decisione di Mosca di attaccare l’Ucraina ha in qualche modo colto di sorpresa i mercati, che ritenevano le minacce di Putin soprattutto un’arma negoziale nei confronti di Kiev. Anche la reazione di Stati Uniti ed Europa è parsa in un primo momento timida e diplomatica, ma ha assunto maggior consistenza nel corso del weekend, con una batteria di sanzioni a carico della Russia senza precedenti nei confronti di una potenza regionale e mirate a danneggiare gravemente il sistema finanziario ed economico del paese, nel tentativo di fermare l’invasione drenando le fonti di risorse di Mosca.
Difficile dire se gli obiettivi russi possano essere comunque raggiunti: sul piano militare la resistenza ucraina sembra aver in qualche modo frenato le soverchianti forze di Mosca, che comunque avanzano lentamente con una manovra a tenaglia su più fronti.
Difficile dire anche quale possa essere la reazione della Russia alle sanzioni occidentali e alla decisione di rifornire di armamenti Kiev: tra le notizie preoccupanti filtrate nel weekend la decisione da parte di Mosca di mettere in stato di preallerta l’arsenale nucleare del paese.
Certamente, le sanzioni a carico di Mosca avranno ripercussioni anche sui partner commerciali russi, tra i quali figurano i maggiori paesi europei e segnatamente Germania e Italia che pure, dopo alcune titubanze iniziali, si sono allineati alle altre nazioni occidentali.
Di fronte alla guerra, hanno avuto poco risalto le altre notizie: è passata in secondo piano la pandemia, anche per il miglioramento del quadro sanitario almeno in Europa, e hanno avuto poco spazio anche i dati di inflazione, sempre alti nell’area euro, e quelli di crescita economica, soddisfacenti, ma a questo punto messi in discussione dai nuovi eventi e dalle ricadute delle sanzioni.
Nella settimana che inizia, il conflitto russo-ucraino continuerà ad essere verosimilmente in primo piano: al momento, sono in corso colloqui tra le delegazioni dei due paesi sul confine con la Bielorussia, ma vi è diffuso scetticismo sul fatto che possano avere un esito positivo.
L’evolversi degli eventi, peraltro, muta lo scenario molto rapidamente: non a caso, l’indice di rischio geopolitico calcolato dai ricercatori della Federal Reserve è salito su livelli visti in precedenza solo dopo l’attacco alle torri gemelle nel settembre 2001.
Restando sul piano economico, in settimana sono attesi gli utili delle principali banche canadesi, di HP e di due delle principali aziende russe, la petrolifera Lukoil e la banca Sberbank.
Sotto il profilo congiunturale, invece, attesi in settimana gli indici PMI Markit dell’area euro, di Francia e Germania, l’inflazione in Germania e Italia, l’indice ISM statunitense, le vendite al dettaglio nell’area euro, la produzione industriale in Francia e il rapporto sul mercato del lavoro negli Stati Uniti.