Secondo molte statistiche, le small cap battono le large cap per ben tre anni dopo l’uscita da una recessione. Questo significa che, quando il “Bear Market” che di solito anticipa la recessione arriva alla fine, nei 36 mesi successivi, generalmente, le piccole battono le grandi capitalizzazioni.
Il 2009 non ha fatto eccezione, con le small cap che sono state le migliori, se si esclude alcuni settori che hanno fatto meglio. Quali settori? Semplice, quelli che erano stati colpiti maggiormente dal precedente ribasso. Non a caso, nel 2009 il settore bancario è stato uno dei migliori con un rally molto forte dai minimi di marzo. In questa fase, gli operatori credono molto sul “rebound” dei titoli precedentemente colpiti e quindi puntano su di essi a prescindere dalla qualità. Quando, però, la prima parte del rally è terminata, gli operatori iniziano ad abbandonare questi titoli e spostarsi su quelli che hanno vera qualità. Nella seconda fase, quindi, le “value” small” cap sono il comparto meglio posizionato. Ma perché nelle fasi positive dei mercati le Small Cap tendono a fare meglio delle grandi capitalizzazioni? Ci sono essenzialmente quattro motivi:
- Innovazione: generalmente le small cap tendono ad innovare molto. Tutte le grandi capitalizzazioni di oggi, da Microsoft ad Apple ad Intel e molte altre, erano un tempo delle innovative small cap. E mentre le grandi capitalizzazioni generalmente durante le fasi difficili dell’economia tendono a ridurre l’innovazione concentrandosi magari sull’efficienza (ad esempio tagliando i posti di lavoro), le small cap spesso sopravvivono solo grazie all’innovazione e quindi continuano ad innovare indipendentemente da come va l’economia. E quando poi arrivano le fasi positive dei mercati,
l’ottimismo tende a premiare queste piccole realtà innovative. - Dimensioni: la piccola dimensione permette a queste società di essere particolarmente elastiche nell’adattarsi alle diverse condizioni dei mercati.
- Mercati di nicchia: le small cap operano spesso in piccole nicchie di mercato che possono essere in espansione anche durante le fasi negative dell’economia. Tali nicchie, poi, possono diventare ancora più rilevanti una volta che la recessione è terminata.
- Ignorate dagli investitori istituzionali: spesso queste società non sono seguite da analisti e non sono nei portafogli degli istituzionali. Quando questi iniziano a seguire queste società, il flusso di capitali che si riversa su di esse puo’ portare a notevoli espansioni della capitalizzazione.
Uno dei modi per investire in Small Cap è tramite l’ETF Ishares DJ Eurostoxx Small Cap, che da diverso tempo deteniamo anche all’interno del nostro portafoglio generale del servizio premium Trend e Strategie di Investimento. Altri emittenti di ETF come Lyxor o DB hanno ETF equivalenti a quello di Ishares ugualmente validi. Tuttavia, bisogna dire che le small cap che sono detenute dall’ETF non sono proprio “small” e purtroppo non ci sono ETF che investono in vere e proprie piccole capitalizzazioni. Tuttavia lo stock-picking su questi titoli non è facile e quindi questi ETF rappresentano un giusto compromesso.