L’anno 2021 si chiude in modo decisamente proficuo per i fondi comuni di investimento gestiti da Zenit SGR, con tutti i cinque prodotti della nostra offerta che registrano performance largamente positive, a partire dal 27% di Zenit Pianeta Italia PIR classe I, seguito dal quasi 21% di Zenit Megatrend classe I. Un portafoglio con profilo bilanciato investito in ugual misura nei cinque fondi avrebbe conseguito un rendimento complessivo del 12,50% circa.
Al di là dei rendimenti assoluti, largamente influenzati dalla crescita dei mercati azionari, spiccano in termini relativi gli andamenti di Zenit Breve Termine e Zenit Obbligazionario PIR, con performance positive e di assoluta eccellenza se paragonate ai ritorni negativi degli indici aggregati sia globali sia a 1-3 anni nel comparto del reddito fisso in area Euro.
Procedendo con ordine, siamo lieti di riassumere sinteticamente i risultati della nostra attività di gestione nell’anno appena concluso.
- Zenit Breve Termine registra un +2.04% (classe I) e +1.72% (classe R), confermando e consolidando il rating delle 5 stelle Morningstar. Particolarmente significativo il confronto con l’indice Fideuram di categoria, negativo dello -0.89%. Il prodotto ha beneficiato di una gestione strategica che si è concentrata sulle obbligazioni corporates a scapito dei titoli di stato, affiancata da scelte tattiche che hanno sostanzialmente lavorato sui restringimenti degli spreads per i titoli domestici con qualche buona operazione sui bonds esteri e alcune positive esposizioni valutarie.
- Zenit Obbligazionario PIR chiude il 2021 con un +5.22% (classe I), +4,77% (classe R), +4.78% (classe E) e +4,98% (classe W), che si confrontano con l’indice di categoria Fideuram che segna un +0.54%. Il fondo PIR ha ben lavorato sulla componente dei titoli societari, che hanno beneficiato dell’ottimo andamento del PIL italiano nel 2021 (oltre il 6%), miglior Paese nell’area Euro, grazie a un’attenta selezione degli emittenti e da un timing nel trading che hanno permesso di gratificare i risparmiatori che hanno il fondo all’interno del loro Piano Individuale di Risparmio. Anche per questa prima parte dell’anno 2022, viene confermata un’allocazione con un focus prevalente sulla componente corporates, affiancata da selettive esposizioni sui titoli governativi e sulle azioni domestiche, per continuare a cogliere le opportunità che il mercato italiano è ancora in grado di offrire.
- Zenit Pianeta Italia, il fondo azionario Italia PIR, premia gli investitori con un +27.18% (classe I), +25.43% (classe E), +25.36% (classe R) e +25.98% (Casse W), sostanzialmente in linea con l’andamento del relativo indice Fideuram pari a +25.17%. Le indicazioni date a inizio 2021 di mantenere e incrementare l’accumulo sui PIR già aperti, ovvero di aprirne uno, ha trovato una positiva conferma nell’andamento del mercato azionario italiano, tra i migliori nell’area UE. Continuiamo a pensare che strategicamente vi siano ancora buone ragioni per mantenere una posizione di investimento sull’Italia. In generale pensiamo che nel 2022 l’Italia conservi le buone prospettive di crescita (oltre 3.5%) per la progressiva “messa in opera” del Next Generation EU con le evidenti ricadute positive sul tessuto economico.
- Zenit Megatrend, il nostro fondo azionario internazionale, chiude bene l’anno con +20.91% (classe I) e +19.45% (classe R), risultati che sono stati conseguiti con una volatilità tra le più basse tra i fondi azionari.
- Pensaci Oggi, il nostro fondo bilanciato flessibile, a fine 2021 attesta +7.17% (classe I), +5.74% (classe R) e +8.75% (classe PIC6), risultati ben superiori all’indice Fideuram dei fondi flessibili che chiude con +4.13%.
PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO – ULTIMI AGGIORNAMENTI e NOVITA’
Ci pare importante sottolineare il forte ritorno di attenzione sui Piani Individuali di Risparmio da parte del mercato, dei risparmiatori e del Legislatore.
- La Legge di Bilancio 2022 prevede, per i PIR tradizionali, un innalzamento della soglia massima di investimento annuale da €30.000 a €40.000 e dell’aumento del plafond complessivo, nell’arco degli anni, da €150.000 a €200.000.
- L’Agenzia delle Entrate ha inoltre fornito alcuni chiarimenti che, accogliendo i suggerimenti degli operatori, faciliteranno ulteriormente la canalizzazione del risparmio investita nei PIR verso le aziende italiane, in particolare le PMI, al fine di finanziare i loro progetti di crescita e di sviluppo.
Ci permettiamo di ricordare che i Piani Individuali di Risparmio di Zenit SGR (ZERO TAX PIR) prevedono di poterne diversificare la composizione nei due fondi PIR, un azionario e un obbligazionario misto (ossia che prevede la possibilità di investire una piccola quota in azioni – mediamente il 10/15%), che consentono di modulare il Piano nella sua composizione in base al profilo di ogni singolo risparmiatore, ovvero in relazione all’andamento dei mercati nel corso degli anni.
Non va dimenticato inoltre che la detenzione superiore a cinque anni consente di acquisire definitivamente e per sempre l’esenzione fiscale sui redditi da capitale e diversi nonché sull’imposta di successione, permettendo l’accumulo di un risparmio che progressivamente diventa fiscalmente esente. L’innalzamento delle soglie di investimento, a partire dal 1° gennaio 2022, allarga tale opportunità. Per fare un esempio pratico, il nostro risparmiatore che avesse alimentato negli anni il proprio PIR fino ad avere a inizio 2021 un patrimonio investito in Zenit Pianeta Italia di €100.000, avrebbe beneficiato integralmente della performance del fondo, risparmiando il 26% di tasse ossia circa 6.600 euro.
Dalla lettura delle norme, si comprende la volontà di rilanciare lo strumento PIR, introdotto in Italia nel 2017, attraverso un allargamento della platea delle società investibili, un’ulteriore riduzione dei costi di quotazione per le imprese innovative e l’aumento del capitale investibile.
Lo scenario che si apre per il nostro Paese presenta aspetti di sicuro interesse, come è stato ribadito in un recente report di Prometeia, che delinea alcune previsioni per i mesi e per gli anni a venire, focalizzando l’attenzione sulle tendenze che influenzeranno l’economia italiana nel 2022.
Nel report vi sono alcuni aspetti che riguardano il mondo produttivo che sono punti di sicura forza sui quali, in un auspicabile clima di stabilità politica, si potrà ben lavorare:
- nella produzione industriale, l’Italia è l’unico tra i grandi quattro dell’area Euro ad aver recuperato i livelli pre-crisi, per l’azione di due fattori: 1) la produzione di mezzi di trasporto, che a causa di un diverso posizionamento di gamma fra i Paesi, porta l’industria italiana a soffrire di meno la transizione ecologica e la carenza di semiconduttori; 2) il traino dell’export del comparto dell’alimentare, nel quale l’Italia detiene un vantaggio comparato e che è risultato meno sfavorito durante la pandemia, e della filiera attivata dalle costruzioni;
- sul fronte inflattivo, l’aumento dei prezzi è ancora in larga misura assorbito dai margini delle imprese, tese a privilegiare le relazioni con la clientela; tale azione è resa possibile dal buon livello medio di patrimonializzazione che le imprese hanno perseguito negli scorsi anni e sul fatto di poter contare su profitti ancora robusti.
Cogliamo l’occasione per porgere a tutti i nostri migliori auguri per l’anno appena iniziato ed i nostri più cordiali saluti.