Di Paola Valentini per Milano Finanza
FONDI NO-TAX: con i primi due fondi Zenit ha raccolto 70 milioni. Nei portafogli presenti anche azioni dell’Aim e Minibond. E ora la Sgr lavora a un terzo prodotto dedicato alle PMI.
«Zenit è stata tra le prime società a credere nel valore dei Pir, perché rappresenta la naturale continuazione di un impegno ultraventennale in tutti gli strumenti finanziari a supporto dell’economia del nostro Paese». Marco Rosati, amministratore delegato della Sgr indipendente racconta i progetti sulle PMI realizzati e in cantiere. A partire dai due fondi Zenit Obbligazionario e Zenit Pianeta Italia, legati ai Piani Individuali di Risparmio, lanciati il 13 febbraio scorso.
Che caratteristiche hanno i due fondi?
Si tratta di due fondi di diritto italiano, uno azionario e l’altro obbligazionario con la possibilità di un’esposizione azionaria media di circa il 15%. La nostra è stata una scelta precisa: proporre due prodotti tra loro complementari che consentissero nel tempo la combinazione desiderata dal cliente in termini di eventuale bilanciamento tra componente equity e bond, per fronteggiare l’andamento dei mercati o le mutate abitudini di tolleranza al rischio.
Come sono composti i loro portafogli?
Nel fondo azionario al momento abbiamo un’esposizione alle medie e piccole capitalizzazioni non inferiore al 50% con un’adeguata diversificazione sul numero delle società per portafoglio di poco più di 80 titoli, evitando di avere una concentrazione elevata sui primi 10/15 titoli. Stiamo anche costruendo una componente di titoli presenti sull’Aim, sempre però ben attenti a trovare il giusto compromesso tra un portafoglio che esprima valore nel tempo e un grado accettabile di volatilità.Il portafoglio del fondo obbligazionario ha un’esposizione su emittenti italiani di oltre il 72%, delle quali circa il 37% su società non appartenenti all’indici Ftse Mib. Il resto è investito, per un adeguato livello di diversificazione, in azioni, titoli non italiani e marginalmente in qualche fondo o strategia che sia meno direzionale. Componente da non trascurare è quella allocata in minibond, dove utilizziamo l’esperienza o le competenze che in Zenit sono presenti per la gestione del nostro fondo chiuso in minibond (ovvero i bond emessi da PMI).
Che risultati ha avuto questo fondo sui minibond?
Il fondo ha chiuso la raccolta con masse per 80 milioni ed è dedicato agli investitori istituzionali. Anche se in teoria i fondi sui minibond potrebbero essere aperti anche al retail, per ora il mercato si è concentrato sul segmento istituzionale. Noi comunque tramite il fondo di Zenit Obbligazionario consentiamo anche agli investitori privati di poter avere fino al 10% in questi strumenti che, va detto, offrono un profilo di rendimento e qualità dell’emittente molto elevato.
Quale raccolta avete raggiunto con i Pir?
Dopo poco più di un mese registriamo dati interessanti di raccolta sia come masse sia soprattutto come numero di clienti che, grazie all’azione dei nostri collocatori, hanno aperto un Pir con fondi di zenit. Questo è un aspetto importante perché testimonia come i risparmiatori, abbiano subito colto, se ben informati e guidati, l’opportunità di coniugare rendimento esentasse e contributo al sostegno dell’economia reale italiana. A oggi zenit ha in gestione masse riferite ai Pir per più di 70 milioni di Zenit Sock Picking, la versione lussemburghese di Zenit Pianeta Italia che sta per essere reso conforme alla normativa dei Pir.
Ci sono aspetti della normativa sul Pir che vanno ancora chiariti? Quali?
Il mercato attende le indicazioni su alcuni aspetti riguardanti la fiscalità, in particolare sul tema della successione, vista la non imposizione fiscale prevista, o sulle modalità di conteggio del tempo di determinazione per beneficiare dell’esenzione fiscale. Questo però non è stato di ostacolo alla partenza dei Pir e confidiamo che a breve si farà chiarezza sui dubbi in materia.
Ci sono altre iniziative che avete in cantiere nell’ambito delle small e mid cap italiane?
Stiamo già lavorando a un nuovo prodotto che avrà un focus sulle PMI. Il nostro è un cantiere che non si arresta perché possiamo sfruttare la nostra esperienza più che ventennale sulle small cap. Darà un’attenzione particolare a nuove società con storie interessanti che, crediamo, sia giusto che vengano conosciute dal mercato. Al tempo stesso ci dedicheremo a realtà e altri emittenti che intendono sviluppare l’attività sulle loro emissioni. In sostanza abbiamo in mente di fare un fondo azionario chiuso equivalente al fondo minibond con l’idea di investire in piccole società già quotate, anche sull’Aim, o che stanno per quotarsi. Nel corso del mese di maggio arriveremo a definizione puntuale di questo fondo, ora siamo nella fase di studio del progetto.