Il referendum sull’indipendenza della Catalogna, nonostante fosse stato dichiarato illegittimo e fortemente ostacolato dal governo centrale, si è tenuto ed ha mostrato una netta vittoria dei separatisti. Il leader catalano Puigdemont parla di indipendenza della Catalogna, ma non la dichiara ufficialmente, rimanendo in attesa di nuove negoziazioni con il governo centrale.Socialmente meno cruento il referendum che più di un anno fa ha sancito la volontà, con una maggioranza molto meno schiacciante, della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea. Processo indubbiamente complesso che è dovuto passare per la richiesta di attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona:
“Ogni Stato membro può decidere di recedere dall’Unione conformemente alle proprie norme costituzionali”
e che porterà a due anni di intensi negoziati tra Regno Unito e Unione Europea per ridefinire i rapporti economici e commerciali tra le parti.
Sempre in tema di referendum, che pur non avendo ad oggetto un tema separatista, ha provocato una profonda spaccatura politica, quello tenutosi in Italia a dicembre per la riforma costituzionale.
La storia recente sembra quindi voler mettere in guardia dall’evento, per poi disinteressarsi del risultato. Il rischio sistemico infatti viene prezzato ex ante, per poi riassorbirsi ex post alla luce delle soluzioni di buon senso che i diversi Paesi cercano di attuare per evitare conseguenze che non desiderano nessuna delle parti in causa.
In Gran Bretagna si negozia, in Italia si forma un nuovo governo e in Spagna il premier Rajoy chiede al governo catalano di fare chiarezza sulla dichiarazione di indipendenza, il primo passo previsto dall’articolo 155 della Costituzione spagnola:
“Qualora una Comunità Autonoma non dovesse ottemperare agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, oppure si comporti in modo tale da attentare agli interessi generali della Spagna, il Governo, previa richiesta al Presidenza della Comunità Autonoma o con l’approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie per obbligarla all’adempimento forzato dei suddetti obblighi o per la protezione dei suddetti interessi…Il Governo potrà dare istruzioni a tutte le Autorità delle Comunità Autonome per l’esecuzione delle misure previste nel comma precedente”
L’impatto del rischio politico sui mercati finanziari ha ridotto il suo peso negli ultimi anni soprattutto grazie alla presenza delle misure straordinarie della Bce, che fino a dicembre prevedono l’acquisto mensile di titoli per 60 miliardi.
Diventa quindi un evento sensibile per i mercati il meeting di Ottobre dove il Governing Council dovrebbe dichiarare le modifiche da apportare al programma che da anni supporta il mercato.