Decisione attesa nei prossimi giorni ma secondo i gestori, un rialzo immediato degli interessi Usa potrebbe provocare gravi ripercussioni sui mercati emergenti.
Francesca Cerminara, responsabile Bond e Value di Zenit SGR «conferma l’incertezza sulla politica monetaria oltreoceano e per questo punta su un’esposizione massima sui governativi americani del 15% con scadenza massima entro i due anni per essere esposti all’andamento del dollaro senza soffrire troppo i futuri rialzi. Quindi indica come auspicabile un 10% in titoli corporate Usa, dall’elevato merito creditizio a indicizzazione variabile e, un 5% da sfruttare in ottica trading in caso di storno del dollaro. La restante quota di investimenti la si potrebbe mantenere in euro, tralasciando i mercati emergenti su cui pesano problematiche sia di crescita che di disordini valutari innescabili in caso di svalutazioni competitive. »
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