Quel “cip” dai gestori
Ma l’apporto diretto dei Pir a questo flusso di risorse da destinare all’economia reale è solo residuale. Dall’inchiesta condotta da Plus24 dall’incrocio dei dati sui portafogli dei singoli fondi Pir e sulle partecipazioni societarie forniti dai database di Morningstar e Facset, emerge che solo 43 milioni sono arrivati dai gestori di Pir e, perdipiù, non tutti in fase di collocamento iniziale (Ipo-initial pubblic offering). I Pir, quindi, almeno finora hanno avuto il merito di dare maggiore visibilità alle aziende quotate all’Aim, senza però contribuire a sostenere con mezzi freschi le Pmi.
Ma l’apporto diretto dei Pir a questo flusso di risorse da destinare all’economia reale è solo residuale. Dall’inchiesta condotta da Plus24 dall’incrocio dei dati sui portafogli dei singoli fondi Pir e sulle partecipazioni societarie forniti dai database di Morningstar e Facset, emerge che solo 43 milioni sono arrivati dai gestori di Pir e, perdipiù, non tutti in fase di collocamento iniziale (Ipo-initial pubblic offering). I Pir, quindi, almeno finora hanno avuto il merito di dare maggiore visibilità alle aziende quotate all’Aim, senza però contribuire a sostenere con mezzi freschi le Pmi.
Questioni di taglia
Sono soprattutto le piccole e medie realtà del risparmio gestito tricolore a investire con i Pir – nei limiti delle loro possibilità – nelle Pmi, in particolare sull’Aim. Un approccio positivo verso investimenti in imprese della loro “stessa taglia” che è presente nel loro stesso dna, dovendo fare una gestione attiva degli investimenti per emergere dal mare magnum di prodotti presenti sul mercato. Per vendere i fondi le piccole Sgr non possono, infatti, contare sulla spinta commerciale delle grandi reti distributive dei gruppi bancari.
Le Sgr più “attive”
Tra i più presenti nell’azionariato delle società quotate all’Aim nel 2017, figurano i tre Pir di Zenit Sgr: dei 166 milioni complessivamente gestiti da Zenit Obbligazionario, Pianeta Italia e Multistrategy Stock Picking, 3,5 milioni sono stati investiti quest’anno aderendo agli aumenti di capitale a servizio del collocamento di 7 Ipo dell’Aim (vedi tabella).
Tra i più presenti nell’azionariato delle società quotate all’Aim nel 2017, figurano i tre Pir di Zenit Sgr: dei 166 milioni complessivamente gestiti da Zenit Obbligazionario, Pianeta Italia e Multistrategy Stock Picking, 3,5 milioni sono stati investiti quest’anno aderendo agli aumenti di capitale a servizio del collocamento di 7 Ipo dell’Aim (vedi tabella).
«Condivido l’idea di privilegiare le Ipo per indirizzare nuovi capitali alle Pmi – spiega Stefano Fabiani, responsabile azionario e gestioni patrimoniali di Zenit Sgr -, ma un gestore deve essere attivo anche sul mercato secondario per cercare di massimizzare il valore aggiunto per i sottoscrittori del fondo. E poi un mercato secondario liquido è vitale per la crescita delle società quotate».
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Nel complesso, quindi, degli oltre 5 miliardi raccolti finora dai fondi Pir solo 43 milioni sono stati utilizzati dai gestori per aderire agli aumenti di capitale realizzati dalle società approdate all’Aim nel 2017. Legare le agevolazioni fiscali concesse ai Pir a più stringenti vincoli di destinazione delle risorse verso l’economia reale, sarebbe stato più opportuno per dare un’immediata e diretta efficacia a uno strumento che ha la sua validità, ma va perfezionato.
Nel complesso, quindi, degli oltre 5 miliardi raccolti finora dai fondi Pir solo 43 milioni sono stati utilizzati dai gestori per aderire agli aumenti di capitale realizzati dalle società approdate all’Aim nel 2017. Legare le agevolazioni fiscali concesse ai Pir a più stringenti vincoli di destinazione delle risorse verso l’economia reale, sarebbe stato più opportuno per dare un’immediata e diretta efficacia a uno strumento che ha la sua validità, ma va perfezionato.